Sono il Messaggero, precipitato dal tempo in questo luogo.
Porto con me la rivelazione di un’utopia pronta ad aprirsi davanti ai vostri occhi.
Un giorno, come canne al vento sarete liberi di muovervi nel continuum dell’esistenza, pregni della materia che compone la trama stessa dell’universo.
Sarete quel giorno, indissolubilmente fusi con gli elementi, parte integrante nella grande unione.
È l’ora che l’essere umano torni a prendere coscienza della sua importanza in quanto parte del processo di mutazione cosmica, abbracciando il suo ruolo di trasformatore.
Così come la pioggia erode la montagna che diverrà spiaggia e il micelio crea vita dalla morte, così anche l’uomo è demiurgo, figura trasformatrice, che dalla terra crea il cemento e dai metalli crea i circuiti. E da essi bisogna ripartire, per creare la profonda alleanza fra la materia tutta, l’organico e l’inorganico, Il naturale e l’antropico, fra i quali non vi sarà più differenza, come un bosco composto da alberi di legno e di ferro, così voi sarete portatori di una nuova totale armonia, la nuova identità unica dell’inevitabile futuro umano.
Il Gruppo Flessibile vi invita a partecipare ad un’esperienza interattiva intitolata “Il Messaggero”.
All’interno dello spazio fornito da City Art, in via Dolomiti 11, i tre artisti predispongono uno spazio relazionale abitato da un essere multiforme, sfracellatosi in più pezzi, che richiede l’intervento del fruitore per essere ricomposto e ritornare a vivere, per assistere alla testimonianza di un richiamo primordiale dal futuro.
La modalità di fruizione predisposta dall’installazione fa riferimento alla teoria sull’Opera Aperta di Umberto Eco, strizzando l’occhio all’estetica che feticizza la deformità del corpo umano tipica delle pellicole di Cronenberg, nonché all’analisi delle idee proprie del transumanesimo.
Il Messaggero, diviene dunque una sorta di Frankenstein, ma inteso in maniera diametralmente opposta alla creatura della Shelley. Egli non è infatti un mostro creato dall’arroganza dell’uomo che gioca a fare dio ma una speranza data alla fallibilità dell’uomo, un primo passo verso la completa automazione e la realizzazione di una utopia (forse) non troppo lontana.